Guerra di donazioni sul web causa virus
Le richieste di donazioni a sostegno dei combattenti sul campo contro il Coronavirus si moltiplicano in continuazione sul web. Il che è un bene, ove le donazioni portano aiuti, fino a che non saltano fuori accuse di truffe insane e controaccuse di trattenute indebite. E’ il caso della diatriba tra il Codacons e la piattaforma “GoFundMe”, da cui si esce solo più demoralizzati.
Non c’è niente da fare; l’approvvigionamento di soldi riesce ad inquinare anche le belle intenzioni della gente, pure in situazioni di emergenza globale. Tra tanti timori c’è sempre la generosità, la voglia di aiutare che trova le anime pronte. Più ancora che in TV c’è il web, il mondo di internet e dei social che incalza nel cercare la comprensione nei portafogli di chi crede ancora in qualcosa.
Le donazioni. Per fortuna di tanti. E in epoca di Covid-19 per dire “Grazie” a chi è sul campo a combattere la terribile pandemia. Specie in Lombardia. Ma la ricerca di donazioni, molto spesso grazie al cielo benevola, diventa ugualmente terreno di lotta, e di truffe cibernetiche.
L’accusa di truffare i donatori sul web ha così aperto l’aspra battaglia tra il Codacons e “GoFundMe”. L’associazione che difende i consumatori contro una piattaforma start-up in arrampicata social.
La solidarietà messa a dura prova
Ebbene. Sappiamo che il Codacons è a volte un po’ estremo, anche nei toni, nel perseguire certe battaglie “a difesa dei consumatori”. Nel caso specifico ha seguito le orme dell’Antitrust che aveva segnalato sistemi ingannevoli da parte di alcuni siti e piattaforme nell’utilizzare le donazioni per la lotta al Covid-19.
Tra queste piattaforme di raccolta crowdfunding ecco “GoFundMe” con la campagna che ha coinvolto la coppia Fedez – Ferragni, che si sono messi a disposizione per offrire aiuti alla terapia intensiva dell’ospedale San Raffaele di Milano. Ma con 4 milioni di Euro raccolti (più altri 250mila), ce n’è anche per altri ospedali lombardi.
Il Codacons si è lanciato all’attacco sottolinenando come ”GoFundMe” sfruttasse la tragica pandemia per trattenere a proprio vantaggio delle commissioni preimpostate in automatico. Ben il 10% delle somme devolute! A meno che l’utente donatore non si impegnasse a mangiare tra menu e tendine per trovare l’opzione che riconfigurasse a “trattenute 0”. Questo a parte ulteriori costi, 0,25 euro per singola donazione e 2,9% sul totale.
La contromossa
Subito è partito il contrattacco di Fedez e suoi “aficionados”. Dito puntato sul sito del Codacons dove tramite un banner si chiedevano donazioni per supportare l’associazione stessa “nella battaglia a fianco dei cittadini contro il coronavirus”. Ricordando le eventuali agevolazioni fiscali per il supporto. A volte basta una parola per indicazioni subliminali. In effetti il coronavirus non centrava nulla, e il clic sul banner serviva a sostenere loro stessi. Il Codacons ha comunque risposto che il riferimento al coronavirus era stato messo “per la semplice ragione che come tutti siamo in difficoltà a causa dell’epidemia”.
Di fatto, il non ben interpretato banner di solidarietà sul sito è stato tolto. Ci si è messo pure il giornalista di Rai Tre Salvo Sottile a esprimere a suo modo il proprio rammarico per la vicenda.
Il Codacons e il suo presidente Rienzi si dicono comunque pronti a continuare la battaglia in tribunale. Nella vicenda è intervenuto anche il sottosegretario al ministero dell’Interno Carlo Sibilia, mentre la Polizia di Stato sta “vagliando e controllando” le possibili truffe nella solidarietà sul web.
Calderone.News | Fabrizio Romano