#ioapro, i ristoratori si ribellano
Locali aperti anche dopo le 18 dal 15 gennaio. Al grido di #ioapro
ci sarà il primo atto di disobbedienza civile ai tempi del Coronavirus.
Oggi entra in vigore il nuovo DPCM del 15 gennaio e i ristoratori di tutta Italia hanno deciso di far fronte comune e ribellarsi alle norme ancora più restrittive che entrate in vigore. Tra queste il divieto di asporto dopo le 18 che costringerebbe un’altra fetta di attività ad abbassare le serrande.
Secondo il presidente di Confcommercio tutto questo è inaccettabile. “E’ del tutto evidente che non sono i pubblici esercizi i luoghi del contagio, ma vengono visti come uno strumento per ‘spegnere’ le città e diminuire i movimenti. Ma non possono essere solo la ristorazione e l’intrattenimento a pagare il costo economico di questo disastro totale”. Queste le parole di Roberto Calugi che si schiera dalla parte dei commercianti e del movimento #ioapro.
Locali aperti anche dopo le 18: come funziona #ioapro
La protesta pacifica è partita da un piccolo pub di Cagliari, il RedFox che sulla sua pagina Facebook invitava gli altri locali a rimanere aperti anche dopo le 18 e a non spegnere l’insegna. Sotto lo stendardo dei due hashtag #ioapro e #nonspengopiùlamiainsegna non sono stati solo i locali della città ad aderire. Infatti la protesta pacifica si è diffusa a macchia d’olio in tutta Italia diventando un vero e proprio atto di disobbedienza civile.
Per partecipare alla “manifestazione #ioapro” è possibile recarsi nei locali che hanno deciso di aderire all’iniziativa, sedersi al tavolo e scattarsi un selfie utilizzando i due hashtag sopra citati. Non sarà possibile consumare, ma si potranno tolte le mascherine (che vanno tenute solo all’ingresso, all’uscita e per eventuali spostamenti interni).
#ioapro: in molti hanno aderito
Tutto questo dovrebbe essere una caricatura delle assurde norme in vigore. In pratica si può stare in un locale, seduti con altre persone, rientrando a casa prima delle 22. Non si può consumare ma evidentemente, arrivati sul posto, questo non ha più alcuna importanza.
Per questo alcuni ristoranti, partendo dal Regina Margherita di Modena, hanno deciso di aderire al movimento #ioapro. Aprire e servire i propri clienti, contravvenendo deliberatamente alla legge. Si calcola che sono oltre 50mila le attività che il 15 gennaio torneranno a servire i propri clienti al tavolo anche dopo le 18 dicendo basta alla morsa fin troppo stringente a cui questa crisi sanitaria li ha costretti.
Inneggiare alla rivoluzione sembra forse esagerato. Certo è che i posti di lavoro in bilico continuano ad aumentare e una soluzione diversa va obbligatoriamente presa in considerazione. L’emergenza infatti non è più puramente sanitaria, ma è destinata a trasformarsi in una crisi economica di proporzioni mondiali.
Beatrice Piselli | La redazione