Morta dopo un’epidurale: tre medici indagati
Una donna è deceduta dopo essersi sottoposta a terapia del dolore alla clinica Maugeri di Pavia. Subito aperta l’inchiesta: sono indagati i medici che le hanno somministrato l’iniezione risultata fatale. Ignote al momento le cause del decesso.
Un altro caso di malasanità in Lombardia, dunque, purtroppo soltanto l’ultimo di una lunga lista. Rimane avvolta nel mistero la morte della donna di 68 anni, deceduta lo scorso 8 marzo dopo un’iniezione epidurale alla clinica Maugeri di Pavia.
Dopo i primi esami autoptici di rito, non è infatti ancora stato chiarito il motivo del decesso, avvenuto nell’ambulatorio di terapia del dolore. Si sa solo che la paziente, residente nel Milanese, soffriva di artrite alle gambe e sentiva dolore nella regione lombo-sacrale. In passato, tra le altre cose, si era sottoposto a un intervento di ernia al disco.
Nulla lasciava presagire una fine così triste
Da circa un anno, inoltre, si trovava in cura presso la sezione di terapia del dolore all’istituto di medicina legale dell’università di Pavia. In precedenza non aveva avvertito alcuna complicazione, tant’è che anche dopo l’ultima iniezione, risultata fatale, le sue condizioni sembravano buone.
Tuttavia, una volta uscita dalla struttura, la donna ha avvertito dolori alle gambe, all’altezza del coccige e spasmi alle braccia. Il marito l’ha subito riaccompagnata nella struttura dove le è stato iniettato un farmaco antidolorifico, che non ha sortito effetto.
Da lì il peggioramento repentino delle condizioni di salute. A nulla è valso l’intervento dei rianimatori: la donna infatti è morta poco dopo.
Passato il momento del dolore, arriva il tempo delle risposte
Il marito della vittima ha subito sporto denuncia e la Procura di Pavia ha aperto un’inchiesta. Al momento risultano indagati, come atto dovuto, i tre medici che hanno assistito la donna somministrandole la terapia del dolore in ambulatorio.
Non sono coinvolti invece la direzione della struttura ospedaliera così come i rianimatori che hanno prestato successivamente i soccorsi, quando la situazione stava volgendo al peggio. Bocche cucite in questa fase delicata da parte della Maugeri, che ha soltanto lasciato trapelare l’intenzione di andare fino in fondo alla vicenda e collaborare con gli inquirenti.
Ancora prima che fosse sporta denuncia, dalla clinica era stata chiesta l’autopsia. Dalle prime indiscrezioni, non ci sarebbero elementi evidenti in grado di spiegare il decesso.
Non sono stati rilevati emboli o cause immediatamente riconducibili all’iniezione epidurale ma neppure altri fattori che escludono un nesso la terapia e la morte della paziente, come ad esempio un’emorragia cerebrale. Si dovranno quindi attendere gli esiti definitivi delle analisi per dare alla famiglia le risposte che merita.
Calderone. News Redazione – Andrea Sicuro