Dovrà cambiare tutto, dalla vita alla morte
Cosa si potrebbe argomentare sulle vicende lombarde nell’emergenza coronavirus. Le veglie funebri separate o vietate, oppure la mancanza di posti per i deceduti. Dai “balletti” delle mascherine finte, a quelle bloccate ai confini, fino a non convincenti salvatori della Patria, il periodo dell’epidemia ce ne sta facendo vedere di tutti i colori. Per fortuna anche qualche ideale positivo.
I problemi coinvolgono anche i morti. A Bergamo la chiesa del cimitero è stata trasformata giorni fa in camera mortuaria perché i in obitorio i posti non bastano. Idem a Cremona per la chiesa dell’ospedale Maggiore. A Milano il Comune ha messo a disposizione un centinaio di posti nell’obitorio ma ha cambiato il regolamento: le famiglie non hanno più trenta giorni per decidere dove seppellire i defunti, ma cinque. Purtroppo per il Covid-19 molti famigliari non possono neppure neppure vedere o dare un’ultima carezza ai propri cari. Quei gesti scontati che servono a chi resta a riprendere forza, riuscire a comprendere la perdita, alimentare i ricordi. Disumano. Ma non basta. Cremazioni troppo richieste. Così arrivano gli inviti a scegliere sepolture tradizionali o nei loculi zincati.
I balli delle mascherine e la solita Germania “cisiamosolonoi”
Fa forse ancora più rabbia l’assurda storia delle mascherine fantoccio, praticamente fazzolettini da scatola o carta igienica, inviate alla Regione Lombardia dalla protezione civile. Scritto in minuscolo volontariamente. Già sarebbe abbastanza per sentire odori di vergogna. Ma va peggio sapendo che centinaia di migliaia di mascherine vengono acquistate e spedite in Italia, ma restano “bloccate” nei reparti burocrazia. Per esempio, prima 350mila e poi 500mila mascherine sono rimaste dentro i confini della Germania, trattenute per le proprie riserve. Grazie Germania, che se volete continuare a essere ricordati solo per due cose è colpa vostra. Per lo sterminio nazista di Hitler e per la Volkswagen, immenso brand automobilistico che ha cercato di truffare il Mondo falsando le emissioni dei suoi motori. Alias DieselGate.
Riconversioni cercasi
Oppure si potrebbe cercare di capire qualcosa sulla penuria dei macchinari per la ventilazione che servono nei reparti di terapia intensiva degli ospedali. C’è chi ne approfitta, chi truffa, chi non sa dove pescarle. In Italia una sola azienda produttrice ha triplicato il lavoro e quasi dimezzato il costo per le Regioni, ma serve di più, molto di più. Magari favorire la conversione di produzione in industrie ormai ferme e dare incentivi.
L’Italia è leader mondiale nell’industria tessile. Perché non riuscire a far produrre per un po’ delle semplici mascherine? Al volo, subito, invece di capi d’alto bordo. Se si vuole si può.
Il Governo ha pensato quindi a stanziare una cifra irrisoria (gestita da Invitalia) da erogare alle aziende che produrranno mascherine, quali finanziamenti agevolati. Va bene tutto, anche mascherine chirurgiche non allineate alle norme vigenti.
Tra tante parole e presupposti, un esempio è arrivato dalla Miroglio (di Alba, Cuneo) che ha deciso di utilizzare parte dei macchinari per l’alta moda a favore della produzione di mascherine. Ma è ovvio che serve di più, molto di più.
Il “responsabile” che non ti aspetti
Capita poi che Attilio Fontana (Presidente Regione Lombardia) decida di chiamare Guido Bertolaso a guidare lo staff emergenza per covid-19.
Lo stesso che ha gestito casi tipo il terremoto dell’Aquila, l’emergenza rifiuti in Campania, incendi boschivi. Cose che non hanno visto fine allegra. Anzi, il caso dell’Aquila portò a tuonare contro le ipocrisie dei fatti e dei comportamenti.
Bertolaso è anche l’uomo che trascinò la Protezione Civile vicina al baratro, tra scandali, favori alle “cricche”. Venne fermato, prima dell’ambizione di realizzare una specie di propria Protezione Civile Spa. Quindi il caso ha aperto non poche polemiche.
Meglio invece parlare di situazioni in cui la gente lombarda si sta distinguendo per idee, intraprendenza e voglia di fare.
Campari e la donazione al Fatebenefratelli Sacco
Campari, azienda storica milanese, ha donato un milione di euro all’Azienda Socio Sanitaria Territoriale Fatebenefratelli Sacco di Milano, tra i punti di riferimento per la salvaguardia dei pazienti più critici affetti da Covid-19. Al San Raffaele, nuova terapia intensiva da campo. Avviati i lavori per una nuova area di terapia intensiva da campo dedicata all’emergenza Covid-19 all’Ospedale San Raffaele di Milano, grazie ai fondi raccolti con la campagna Social. Una tensostruttura sull’ex campo sportivo dell’Università, utile e veloce.
Moduli autocertificazione
Varie edicole a Milano si sono messe a vendere copie a 30/35 centesimi del modulo di autocertificazione per la circolazione. Una tra le tante (troppe) si è vista accusare di volersene approfittare, e il trend continua. Si possono trovare centinaia di situazioni. Ad esempio nel pavese, a Gropello Cairoli una tabaccheria offre le copie di autocertificazione a 10 cent, e forse in questo caso è più plausibile motivare il costo di carta + inchiostro. Tutto sommato un buon servizio, e comunque sempre meglio della vicina tabaccheria al semaforo, a soli 200m, che dotata di due fotocopiatrici dice alla gente che “non svolgono questo servizio”, causa tempo e scarsa remuneratività.
Il poco guadagno è del resto il motivo per il quale in Italia non ci sono produttori di mascherine!
A proposito dei moduli per l’autocertificazione, la nuova versione ad oggi “rivisitata” e aggiornata è possibile scaricarla direttamente da qui al LINK di MotorAge.it.
Calderone.News | Fabrizio Romano
Una risposta
[…] il governo e tantomeno il comitato tecnico-scientifico, sanno quanto possa durare la quarantena da coronavirus. S’improvvisano strategie tra le quali la futura estensione obbligatoria delle mascherine […]