Ora legale: siamo sicuri che serva a qualcosa?

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Doveva essere abolita a partire dal 2021 eppure siamo ancora qui a chiederci come vanno spostate le lancette. Ecco tutta la verità sull’ora legale. 

Ora Legale: doveva essere abolita a partire dal 2021 eppure siamo ancora qui a chiederci come vanno spostate le lancette.

Lancette avanti e indietro

Sono anni ormai che si dibatte sulla possibilità di abolire l’ora legale e ora che sembravamo a un passo dal farcela, l’Italia ha avanzato richiesta ufficiale per il suo mantenimento all’Unione Europea. Ma a cosa serve davvero l’ora legale? O meglio, serve ancora a qualcosa?

Tutti sappiamo che un paio di volte l’anno dobbiamo spostare gli orologi, ma sono pochi quelli che si ricordano se la lancetta va messa avanti o indietro di un’ora. Insomma, sebbene siano passati diversi anni da quando questa pratica è entrata in vigore, c’è tanta confusione. 

Quando ci si interroga sul motivo della sua esistenza, la risposta automatica è “per aumentare le ore di luce” e va anche bene, ma a noi le risposte preconfezionate non piacciono quindi abbiamo pensato di andare un po’ più a fondo. 

Le origini dell’ora legale

L’ora legale venne pensata per la prima volta da Benjamin Franklin (sì, proprio l’inventore del parafulmine) nel lontano 1700, con l’intento di ridurre il consumo di candele utilizzate per il lavoro in fabbrica. Diciamo che la sua proposta non venne presa troppo sul serio e si dovette aspettare il primo conflitto mondiale per vederla comparire di nuovo. È il 1916 infatti quando l’ora legale venne introdotta pressoché in tutta Europa e, salvo brevi periodi in cui venne abbandonata, ci accompagna da allora. 

Perché spostare le lancette dell’orologio due volte l’anno 

L’ora legale entra in vigore la prima la notte tra l’ultimo sabato e domenica del mese di marzo, quando le lancette vanno avanti di un’ora e la seconda tra l’ultimo sabato e domenica di ottobre, quando le lancette tornano indietro di un’ora (rientra in vigore cioè l’ora solare). 

Viene definita ora legale perché non corrisponde alla reale posizione apparente del sole sulla volta celeste come invece avviene nel caso dell’ora solare. È una convenzione il cui scopo, come detto, è quello di dare un’ora di luce in più alla sera perdendone un poco alla mattina. 

Introdotta anche nell’intento di ridurre i consumi energetici, per i primi anni la strategia possiamo dire che ha funzionato. I dati forniti da Terna, la società che gestisce la rete elettrica nazionale, rivelano che nel 2020 grazie all’ora legale sono stati risparmiati 400 milioni di kilowattora di elettricità. 

Consumi identici notte e giorno

Sicuramente si tratta di un quantitativo considerevole ma di gran lunga inferiore agli oltre 600 milioni risparmiati nel 2004. Questo calo è dovuto principalmente all’incremento di consumi generato dai climatizzatori. Infatti negli uffici pubblici e privati ma anche nei supermercati funzionano a ciclo continuo. Per non parlare del fatto che dispositivi di climatizzazione -soprattutto raffreddamento- sono sempre più diffusi anche a livello domestico. 

Insomma, quella che in origine poteva essere una “buona idea” oggi è solo una scomodità che va ad alterare il ritmo sonno-veglia. Non a caso il cambio viene sempre fatto durante il weekend, ma scombussola comunque il ritmo circadiano del nostro organismo. D’altronde non si può fare altrimenti. 

Pensate infatti che oltre 4,6 milioni di persone si espressero in proposito con una votazione e ben l’84% chiese l’abolizione dell’ora legale. Nonostante l’esito però, alcuni paesi tra cui l’Italia, hanno deciso di mantenerla in vigore. Il 27 marzo 2021 quindi non sarà per noi l’ultima volta in cui ci troveremo a litigare con le lancette dell’orologio. Mentre lo sarà per i nostri cugini francesi. 

Beatrice Piselli | Calderone.news

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