Bracconaggio in Lombardia: si torna indietro di 50 anni

Team Calderone News

Redazione che si occupa della maggior parte degli articoli della testata. Appassionati della realtà Milanese, presenti su tutta la Lombardia

Recenti richieste di modifica alla normativa della regione Lombardia sembrano favorire il bracconaggio ed è rivolta degli ambientalisti. 

Bracconaggio in Lombardia: si torna indietro di 50 anni

È molto sottile la linea che separa la caccia dal bracconaggio o almeno lo è diventata negli ultimi tempi in Lombardia dove, una continua modifica della legislatura ci sta facendo fare un salto indietro nel tempo di oltre 50 anni. 

Se però quasi mezzo secolo fa si poteva considerare la caccia una fonte di sostentamento per le famiglie, oggi non è più così. Sono i negozi a fornirci il necessario per sopravvivere e la caccia non è diventato che un mero divertimento. 

Favorire il bracconaggio 

Tralasciando almeno in parte la questione etica, vediamo di affrontarne una ancora più importante: il bracconaggio.  In Lombardia alcune norme sembrano favorire il bracconaggio. Esistono a livello europeo, nazionale e regionale tutta una serie di normative atte a salvaguardare zone geografiche e specie protette. 

Si spara nonostante le zone protette

Nello specifico, dal 1992 sono considerati zona protetta i valichi, punto obbligato di passaggio delle migrazioni degli uccelli. Nonostate ciò si continua ad assistere a massacri da parte di cacciatori “sparatuttto”. 

Ci sono poi le associazioni venatorie che spingono affinché venga introdotta la possibilità di sparare ad animali protetti. Ad eempio il cardellino, il verdone, il lucherino, il fringuello, la peppola, il frosone, la pispola, lo storno e la tordela. Specie il cui numero di esemplari è già di per sé in continua diminuzione, oltre che la possibilità di utilizzare reti per la cattura e richiami vivi per la caccia. 

Annullati 50 anni di lotte

Difficile condividere il pensiero di queste associazioni che sottolineano come i propri associati siano preda di sconcerto e insicurezza. 

Modificare la normativa vigente significa annullare i progressi fatti dagli ambientalisti nel corso di oltre 50 anni di lotte. Progressi, tra l’altro supportati e ufficializzati da diverse leggi. Le associazioni che si sono fatte portavoce di questa emergenza (Associazione Vittime Caccia – CABS – CAI LOMBARDIA – ENPA – GAIA – GOL – Gruppo Intervento Giuridico – LAC – LAV – LEAL – LEGAMBIENTE – LEIDAA – LIPU – PRO NATURA – WWF) meritano di essere ascoltate. 

Beatrice Piselli | Calderone.news

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