Lombardia è tornata arancione: cosa è cambiato veramente?

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Redazione che si occupa della maggior parte degli articoli della testata. Appassionati della realtà Milanese, presenti su tutta la Lombardia

Oramai è impossibile capire cosa si può fare e cosa no e ora che la Lombardia è tornata in zona arancione ci domandiamo cosa è cambiato davvero.

Lombardia è tornata arancione: cosa è cambiato veramente?

Da qualche tempo è così: ti alzi una mattina e non sai se puoi uscire di casa, dal comune o dalla provincia. Gli abitanti dei piccoli paesi sono tutti speranzosi di avere meno di 5.000 abitanti e sono anche disposti a uccidere (ironicamente), pur di godere di quella postilla che gli permette di allontanarsi dall’abitazione nel raggio di 30 km. Già perché passare da arancione a rosso, da rosso a giallo, con rettifiche e modifiche continue ci sta davvero mandando fuori di testa.

Il ritorno della Lombardia in zona arancione, a partire dal 24 gennaio, è stato un provvedimento molto discusso prima, durante e dopo. La decisione di classificarci come zona rossa ha costretto molti negozi ad abbassare di nuovo le saracinesche, proprio durante il periodo di maggior afflusso dei saldi; ha fatto chiudere i bar limitando anche l’asporto; ha tenuto ancora a casa i ragazzi da scuola. Ma ora qualcosa è cambiato: vediamo cosa.

Lombardia zona arancione: cosa si può fare

Dal 24 gennaio è di nuovo possibile spostarsi all’interno del proprio comune, senza autocertificazione. Occorre comunque rispettare il coprifuoco dalle 22 alle 5 da cui sono esonerati solo coloro che hanno comprovate esigenze. Potranno uscire dal proprio comune di residenza, mai per dirigersi verso il capoluogo di provincia, gli abitanti di centri urbani con meno di 5.000 abitanti e comunque nel raggio di 30 km.

Riaprono i centri commerciali e i negozi delle gallerie, con eccezione del fine settimana. Parrucchieri e barbieri sono aperti, insieme ai centri estetici. Ma nei bar e nei ristoranti è tutto come prima: rimane consentito solo l’asporto fino alle 18. Dopo le sei della sera e fino alle 22 solo dai locali con cucina. La consegna di cibo a domicilio è permessa senza limiti di orario, ma consumare cibi e bevande in strada o nei parchi è invece vietato dalle 18 alle 5.

Le uniche attività che restano aperte nel weekend sono farmacie e parafarmacie, negozi di alimentari, tabaccai ed edicole.

Si torna a scuola o in visita ai parenti

Tornano sui banchi i ragazzi di seconda e terza media ma anche quelli degli istituti superiori con modalità stabilite dall’istituto stesso. Per le università invece si rimanda la decisione ai rettori.

Come in precedenza si può far visita a parenti o amici ma una sola volta al giorno, verso un’altra abitazione privata nello stesso Comune a un massimo di due persone, oltre a quelle già conviventi nell’abitazione di destinazione. La persona o le due persone che si spostano potranno comunque portare con sé i figli minori di 14 anni o persone disabili o non autosufficienti che convivono con loro.

Ci si può spostare verso una seconda casa, anche al di fuori dalla Regione indipendente dal colore della stessa. La faq del governo specifica che la possibilità di andarci è consentita “solo a coloro che possano comprovare di avere effettivamente avuto titolo per recarsi”. Ma non si possono portare amici in quanto può raggiungere la seconda casa soltanto il nucleo familiare.

Dopo l’errata valutazione dello stato di emergenza della regione Lombardia, grazie alle polemiche sollevate dal governatore Fontana, possiamo tirare una boccata d’aria e sperare in un ritorno alla normalità.

Beatrice Piselli | La redazione

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