Pubblicità ossessiva, specie in TV

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Redazione che si occupa della maggior parte degli articoli della testata. Appassionati della realtà Milanese, presenti su tutta la Lombardia

Esagerata la quantità di pubblicità che viene propinata, specie in TV. Tanto da essere diventata invasiva e sgradevole. E’ questo il pensiero comune degli utenti. Le emittenti preferiscono affrontare le multe piuttosto che limitarsi. E nell’era digitale la tendenza va al rialzo.

Esagerata la quantità di pubblicità che viene propinata, specie in TV. Tanto da essere diventata invasiva e sgradevole.

Sul fatto dell’eccessiva quantità di pubblicità trasmessa in televisione c’è ormai una vera ribellione intellettuale. La rabbia degli spettatori, o utenti che dir si voglia. Un coro unanime. In sostanza, gli spazi utilizzati per la pubblicità su molti canali è arrivata a superare quella dei film, show o trasmissioni in palinsesto.

Senza contare che in corso delle delle festività la pubblicità aumenta fisiologicamente i suoi spazi.
Come la TV dovrebbe limitare la pubblicità intorno al 20% dello spazio complessivo, i magazine cartacei dovrebbero lasciare a circa l’80% lo spazio per gli articoli, foto, e informazioni varie.

Un po’ come accade con le riviste settimanali, che diminuiscono o aumentano il loro peso cartaceo relazione alla quantità di pubblicità ottenuta. Per altro sempre più magra in ambito cartaceo.

Situazioni evidenti, come quanto da tempo capita con le TV commerciali.

Evoluzioni commerciali in televisione

Venti o trenta anni fa gli inserzionisti pagavano gli spazi TV fior di quattrini. Da tutti, tante battute salaci sulle televisioni commerciali e anche statali. Una serie continua di spot pubblicitari interrotta ogni tanto, come per bontà degli imprenditori azionisti, da spezzoni di film. Oggi la pubblicità televisiva non ha più alcun rispetto per gli spettatori.

E forse è anche per questo che pochi si rammaricano per il tentativo della scalata industriale a Mediaset da parte della “cordata socio politica economica” dei transalpini verso Mediaset. Con Fininvest la battaglia tuttora in corso.

O si diminuisce subito l’affollamento degli spot, o niente più contratti (e niente più miliardi). Adesso funzionerà così, a tamburo battente e senza tante storie. Al di là di quello che possono ancora sperare i manager delle grandi emittenti, satellitari incluse, la storia della pubblicità televisiva sta cantando: i pesci da prendere all’amo si limitano, e forse si fanno più intelligenti. Ed esperti.

Sforare conviene

Già un accordo in quanto a tempo massimo di pubblicità venne fissato al 16% dei tempi di trasmissione (neppure 10 minuti per ora). Si è poi arrivati al 20%, e ora si sfora perfino oltre il 50%. Questione di fasce orarie a cui dedicare il blocco di spot. Ciao, ciao, ciao !!!

Le sanzioni pecuniarie sugli (ormai naturali) sforamenti dei limiti fissati fanno ridere i polli. 10,000 euro da pagare contro 100.000 da guadagnare, anche io direi “chi se ne frega”!.

L’uomo che vive l’attualità ha avuto nella maggior parte dei casi l’impressione che l’interpretazione personale di ogni “sua emittenza” televisiva sia paragonabile a ciò di cui si parla al bar negli incontri popolari.

Del resto, anche il Berlusconi, in un’intervista a caldo, valutò che i 50 miliardi da spendere del Gruppo per i tagli alla pubblicità erano risibili. E oggi sono ancora più idioti.

La ribellione degli spettatori

Ciò che ancora gli uomini del marketing pubblicitario faticano a comprendere, è che ogni pubblicità, quando diventa invasiva, diventa anche insopportabile. Questione di “soglia di tollerabilità”.
A parte il cambiare canale e prodigarsi nello “spamming” appena compare la pubblicità, sempre più persone (visori di TV) decidono di impeto che non compreranno mai quel prodotto che troppo assiduamente e violentemente viene loro propinato nelle eccessive, assillanti, fastidiose, lunghissime sezioni pubblicitarie.

Possibile che i genialoidi del marketing pubblicitario non si siano ancora resi conto che il troppo è deleterio?

Si avvertiva nell’aria che qualcosa del genere accadesse. Se proviamo fastidio per delle pubblicità invadenti, significa che serve correggere il tiro. A vincere non è la quantità ma la qualità!!! Una guerra di nervi. Se serve prevenire, meglio quindi offrire attenzione a ciò a cui si vuol dare fiducia.

Subliminale

I fatti ci confermano che pure la pubblicità subliminale (televisiva, web o radio) riesce a sortire effetti in un solo ventesimo di secondo. Quanto basta per raggiungere il cervello ed essere registrata.

Fabrizio Romano | La redazione

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