Millennials e Generazione Z a confronto

Sono quelli nati sul finire del secolo scorso. La Generazione Z nel 2019 comprenderà un terzo della popolazione mondiale. Tra le novità portate dal loro avvento, un’attenzione alla responsabilità sociale e alla curiosità verso quanto avviene nel mondo automotive ed elettrico. Scopriamo le differenze con i Millennials, nati tra gli anni ’80 e ’90.

Fratelli minori, eppure mai così distanti. Questo è quanto emerge da un’indagine che ha messo a confronto i Millennials, ovvero i nati dal 1980 al 1995, con quelli della Generazione Z, nati invece tra il 1995 e il 2012.

Se è pacifico ritenere che la durata di una generazione si attesti sui 25 anni, è altrettanto vero che le nuove tecnologie hanno velocizzato di molto i passaggi generazionali.

Il risultato, ovvio e scontato, è che anche le organizzazioni e le aziende devono giocoforza cambiare le loro strategie di marketing per cercare di attirare l’attenzione di un pubblico sempre più giovane.

Un modo utile per studiare le loro attitudini e stili di vita, per scoprire che cosa piace a questa fascia di età. Si stima infatti che nel 2019 il 32% della popolazione globale sarà appunto formata dalla Gen Z.

In base a quanto emerso, il 48% preferisce i media più vecchi, come il Times, New Yorker, The Atlantic e Washington Post, rispetto ai più recenti Cheddar, Buzzfeed e The Outline, che sono invece preferiti dai Millennials. Probabilmente perché la Gen Z preferisce un contenitore di notizie più sofisticato e ama leggere le notizie in modo più approfondito.

Una fascia di età socialmente impegnata

La quasi totalità di loro (circa l’82%) inoltre pensa che la responsabilità sociale sia una caratteristica importante. Di conseguenza attribuisce un valore più elevato alle questioni ambientali e sociali, sebbene queste siano tenute in grande considerazione anche dai loro “fratelli”.

Tuttavia le attribuiscono un’importanza significativa, al punto che si impegnano in prima linea, come si è visto lo scorso 15 marzo in occasione degli scioperi sul clima guidati da studenti di tutto il mondo.

Dopo la qualità e il prezzo, le caratteristiche principali dei marchi preferiti sono esperienza, responsabilità, personalizzazione, personalità eco-consapevole, innovazione. Si sentono collegati a cause importanti e hanno un forte senso di identità, inclusività e valore.

Prendiamo, per esempio, gli scioperi sul clima guidati dagli studenti in tutto il mondo che si sono svolti lo scorso 15 marzo.

Oppure gli adolescenti che hanno organizzato la campagna politica per ricordare le vittime della sparatoria avvenuta alla scuola superiore di Parkland, negli Stati uniti, nell’agosto 2018, che ha causato 17 morti e una decina di feriti.

Attratti dalle novità anche nel settore auto

A differenza dei Millennials, la Gen Z ha meno probabilità di essere fedele alla marca e ha maggiori probabilità di acquistare marchi che includono diversi portavoce.

Vogliono vedere una varietà di età, background razziale, etnico e culturale piuttosto che persone che sembrano come loro, rispetto al 66% dei Millennial di chi preferisce che i portavoce abbiano la loro età.

I Gen Z sono poi il gruppo etnicamente più eterogeneo e socialmente tollerante rispetto alle altre generazioni. Sono inoltre aperti alle novità e questo si riflette anche nelle attitudini verso i nuovi media. Il 67% di loro usano i video per interagire con i media.

Essi guardano principalmente video su Youtube e Instagram, rispetto alla preferenza dei Millennials accordata a Facebook.

Tutto ciò è dimostrato anche dalla modalità di scelta delle auto. Il pubblico più giovane predilige, come ormai assodato, i modelli elettrici, visti come la nuova frontiera del settore automotive.

I Millennials continuano a prediligere modelli di scelta tradizionale, ovvero dal vivo nei concessionari. Mentre i più giovani sembrano attratti dal web per ricercare informazioni sui modelli che piacciono di più.

Trascorrono più tempo a guardare video online (in media dalle tre alle quattro ore al giorno) e leggono invece articoli cartacei per soltanto due ore per soltanto due ore.

A tal proposito, gli editori di aggregatori di notizie hanno già sperimentato video per i social media, cercando di rendere i loro contenuti coinvolgenti per un pubblico più giovane.

AJ + di Al Jazeera è un buon esempio. Il canale produce infatti contenuti video di attualità adattati a tutte le principali piattaforme di social media e conta su oltre 680mila abbonati su Youtube e oltre 257mila su Instagram.

Calderone. News Redazione

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